Il Ballo
Questo scritto vuol essere un modesto esempio
di gratitudine verso le persone gentili che ho avuto la fortuna di trovare
durante il breve soggiorno ad Andes e a Mantova, patria di Virgilio: vorrei
citare esplicitamente Nadia, la proprietaria del B&B dove ho alloggiato,
che appare in questo scritto e altre persone di Mantova che non appaiono: Raffy
e Giuliano delle crociere fluviali AndiNaves, e il professore Rodolfo
Signorini, presidente dell’accademia Virgiliana di Mantova. Ci sono altre
persone delle quali non ricordo il nome: camerieri, conservatori di musei,
negozianti...
Tutti quegli che hanno reso le mie vacanze a
Mantova, ricche, dolci e indimenticabili.
Per deferenza verso di loro ho deciso di
mettere il testo prima in italiano e poi in catalano. La traduzione
catalano-italiana è merito della mia compagna Bel Sabadí.
Ai Mantovani e a Bel, grazie mille, e che
Virgilio vi accompagni.
Le vacanze virgiliane di questo caldo mese di
luglio ad Andes-Pietole stanno per finire. Dopo una settimana istruttiva e
intensa, la patria del poeta mi riserva
ancora qualche piacevole sorpresa.
Questo fine settimana è la festa estiva di
Pietole. Nadia la proprietaria del B&B in cui soggiorno, ad Andes, mi ha
menzionato che di notte c'è un menu popolare con risotto mantovano e orchestra
da ballo.
Lei, molto modesta, pensa che non sia una
festa così bella come quelle di altri paesi vicini, ma dopo tutto, è la festa del
suo paese. Non me la perderei per nulla al mondo.
All'ora
di cena mi portò in paese. Il campo da calcio dietro la chiesa è il luogo
scelto per le celebrazioni. Sei o sette
tavoli allungati su cavalletti e sedie pieghevoli in legno occupano quasi tutto
lo stadio. All'ingresso c'è un gommone dove si svolge un torneo di calcio
sull'acqua ghiacciata.
È divertente vedere come i giocatori perdono
l’equilibrio continuamente, anche se alcuni riescono a sfidare le leggi della
fisica e giocare la palla in modo sicuro.
Scorgo Nadia tra la gente e mi avvicino per
salutarla.
- Finalmente
ti sei deciso – sorride.
Ricambio il sorriso e lei mi presenta la sua
famiglia: la mamma, i fratelli, i cognati, i nipoti... Mi invitano a sedermi
con loro, ringrazio e accetto la proposta.
Sono
arrivato un po'in ritardo, perché quasi tutti hanno finito di mangiare o stanno
per farlo. Mi spiegano come fare. Avrei dovuto portare il mio piatto e le mie
posate, ma agli stand del risotto hanno pietà di me e mi lasciano gli utensili
essenziali. Prendo un buon piatto, abbondante ed economico e lo accompagno con
un bicchiere di vino, anch’esso generoso. Tutte le persone sono super
amichevoli.
Col mio piatto e un sorriso smagliante,
pensando alla festa che mi attende, mi accomodo a tavola con Nadia e la sua
famiglia. Parliamo un po'di tutto. Sono impressionato dalla madre di Nadia. Una
donna nonagenaria di grande vitalità. Scopro che visse in prima persona, quando
era molto giovane, la Seconda Guerra Mondiale e che fu costretta a lavorare per
i tedeschi. Mai prima d'ora sono stato così vicino ad un testimone di quella
barbarie, ma stiamo festeggiando e quello di cui si parla è di calcio. Mi
chiedono del campionato spagnolo, di Cristiano Ronaldo, Messi… A mia volta
chiedo degli azzurri, della Juve… I bicchieri di vino finiscono e ne chiediamo
altri.
In seguito arrivail momento del gintonic e di
ballare.
Un'orchestra inizia a suonare e le persone
portano con sé la stessa sedia pieghevole che avevano usato per la cena, si
sistemano attorno alla piccola pista da ballo allestita per l'occasione. La
musica suonata dall'orchestra è molto "festosa", di festa maggiore in
Lombardia, ovviamente. I pezzi che suonano di più mi sono sconosciuti ma hanno
un ritmo che mi è familiare. Nadia mi racconta che sono polske, molto simili al
valzer.
Sei o sette coppie hanno immediatamente
occupato la pista da ballo e ballano "abbracciati", cosa che ormai
non è più di moda nelle mie terre dell’Empordà. Constato che l'età media è tra
i quaranta e cinquanta anni, con l'eccezione di alcune coppie più giovani. Gli
adolescenti non partecipano. Forse sono andati ad ascoltare la loro musica in
qualche angolo delle strade adiacenti.
I ballerini prendono la cosa molto sul serio.
Adottano una posizione molto accademica, eseguendo accuratamente i passi. Direi
che un giorno alla settimana vanno a lezione di ballo e ora sfoggiano la loro
arte, anche seil loro modo di ballare, così simile, mi fa pensare che devono
avere lo stesso insegnante. Tra polska e polska, suona qualche canzone italiana
moderna, che io sfortunatamente, non conosco. In un momento in cui la pista era
rimasta senza coppie, i cantanti dando il massimo, cantarono il successo
dell'estate: "Despacito". La pista si è riempita.
Un amico della famiglia di Nadia è venuto a
salutare. Ci presentano. Si chiama Rigo e ha più di ottanta anni. Chiede a
Nadia di ballare con lui, ma lei dice di essere stanca. Quando si allontana,
chiedo a Nadia se non le piace ballare. Lei risponde che non balla da tempo. La
mamma di Nadia, che non perde dettagli, mi suggerisce di portarla a ballare
-Nadia, non lei-. Accetto la proposta, ma Nadia, nonostante la mia discreta
insistenza, non si lascia tentare dalla pista da ballo -Non indosso scarpe
adatte-. Le basta dire e risolve il problema con eleganza. Quindi ci sediamo a
chiacchierare allegramente mentre i ballerini continuano.
Dopo poco Rigo dice qualcosa ai musicisti.
Quando finiscono di cantare la canzone successiva, il cantante si rivolge al
pubblico. Ora, una richiesta molto speciale, un tango: La Cumparsita.
Rigo si avvicina a una signora seduta tra due
amiche. Stende la mano e la conduce al centro della pista, e all'improvviso,
magia. Il resto dei ballerini vanno via immediatamente della pista e la
lasciano a Rigo e la sua compagna.
Rigo ha ottanta anni, lei forse settanta. E
tuttavia si mangiano la pista con passi eleganti e sensuali, con un'energia
insospettata. Indicando i ballerini con ammirazione incontrollata, guardo
Nadia:
-Rigo è
incredibile quando balla. È la sua vita-.
E i ballerini si bevono la vita su ogni nota
della Cumparsita.
El Ball
Aquest
escrit vol ser una humil mostra de gratitud envers les persones tan amables que
vaig tenir la sort de trobar en el meu camí durant la breu estança en Andes i Manta,
pàtria de Virgili: vull citar explícitament Nàdia, la propietària del B&B
on vaig sojornar a Andes, que apareix en aquest escrit, i altres persones de
Màntua que no hi apareixen aquí: Raffy i
Giuliano dels creuers fluvials AndiNaves, i el professor Rodolfo Signorini, president
de l’Acadèmia Virgiliana a Màntua. Hi ha altres persones que em deixo al
tinter, el nom de les quals no recordo: cambrers, conservadors de museus,
botiguers... Tots ells van fer que les meves vacances a Màntua fossin riques,
dolces i inoblidables.
Com
a deferència cap a ells he decidit de posar primer el text en italià i després
en català. La traducció català-italià és mèrit de la meva companya Bel Sabadí.
Als mantuans i a Bel, gràcies de tot cor, i que Virgili us acompanyi.
Les
vacances virgilianes d’aquest calorós mes de juliol a Andes-Piètole i Màntua
estan arribant a la seva fi. Després d’una setmana enriquidora i intensa, la
pàtria del poeta encara em reserva alguna agradable sorpresa.
Aquest
cap de setmana són les festes d’estiu de Piètole. Nàdia, la propietària del
B&B on sojorno a Andes, m’ha comentat que a la nit fan un sopar popular a
base de risotto mantovano i ball amb orquestra. Ella, molt modesta,
opina que no és una gran festa com a d’altres
poblacions veïnes més grans, però que, al cap i
la fi, són les festes del seu poble. No me les perdria per res del món.
A
l’hora de sopar m’arribo fins al poble. El camp de futbol que hi ha darrera
l’església és el lloc escollit per a la festa. Sis o set taules disposades
sobre cavallets i les cadires plegables
de fusta ocupen gairebé tot l’estadi. A l’entrada del recinte hi ha un inflable
on es disputa un torneig de futbito sobre aigua glaçada. És molt divertit veure
com els jugadors perden l’equilibri una i altra vegada, tot i que alguns d’ells
aconsegueixen desafiar les lleis de la física i tocar la pilota amb seguretat.
Veig
Nàdia entre la gent i m’acosto per saludar-la.
-Finalemente
ti ai deciso -Somriu.
Li
torno el somriure i ella em presenta la seva família: la mamma, germans,
cunyats, néts... em conviden a seure amb ells i jo els hi agraeixo i n’accepto
la proposta.
He
arribat una mica tarda, perquè gairebé tothom ha acabat de sopar o són a punt
de fer-ho. M’expliquen com funciona el tema. Jo hauria d’haver portat el meu
plat i coberts, però en els xiringuitos del risotto es compadeixen de mi
i em presten els utensilis indispensables. En prenc un bon plat, abundós i
barat i l’acompanyo amb un got de vi, també generós. Tota la gent és molt
amable.
Amb
el meu plat i un gran somriure, tot pensant en el tiberi que m’espera, torno a
la taula amb Nàdia i la seva família.
Parlem una mica de tot. M’impressiona la mare de Nàdia, una dóna nonagenària
d’una gran vitalitat. Descobreixo que, quan era molt jove, es va veure obligada
a treballar pels alemanys. Jo mai abans havia estat tan a prop de ningú que
hagués estat testimoni d’aquella barbàrie. Però avui estem de festa i del que
més parlem és de futbol. Em pregunten per Messi, per Cristiano.. Jo els
corresponc preguntant pels azzurri, per la Juve... Les copes de vi es
buiden i en demanem més.
Arriba
l’hora del gin-tònic i del ball.
Una
orquestra posa la música en directe i la gent, tot prenent les mateixes cadires
plegables que havien fet servir per sopar, s’instal·len al voltant de la petita
pista de ball muntada per a l’ocasió. La música que toca l’orquestra és mol de
“festa major”, de festa major a la Lombardia, és clar. Les peces que més sonen
em són desconegudes però tenen un ritme que m’és familiar, Nàdia em diu que són
polkes, molt semblants al vals.
Sis
o set parelles han ocupat de seguida l’espai i ballen “agafats”, cosa que ja no
s’estila per les meves terres empordaneses. Calculo la mitjana d’edat entre els
40 i 50 anys, amb l’excepció d’alguna parella més jove. Els adolescents no fan
acte de presència. Segurament han anat a escoltar la seva música en algun racó
dels carreres adjacents. Els ballarins s’ho prenen molt seriosament. Adopten un
postura molt acadèmica, tot marcant molt els passos. Diria que reben classes de
dansa algun dia entre setmana, i ara mostren les seves bones arts, tot i que,
per la forma de ballar, tan semblant entre ells, em fa pensar que han de tenir
el mateix professor...
Entre
polka i polka sona alguna cançó moderna italiana que jo, per desgràcia,
desconec. En un moment en què la pista s’havia anat quedant sense parelles
dansaires, els cantants treuen les seves millor armes i canten l’èxit de
l’estiu: Despacito. La pista es torna a omplir.
Un
amic de la família de Nàdia fa una estona que ha vingut a saludar, Me’l
presenten. Es diu Rigo i té més de vuitanta anys. Li demana un ball a Nàdia,
però ella diu estar cansada. Quan ell s’allunya li pregunto Nàdia si no li
agrada ballar; em respon que fa molt que no ho fa. La mamma de Nàdia, que no
perd cap detall, em suggereix que la porti a ballar –a la Nàdia, no a ella-.
Accepto la proposta, però Nàdia, malgrat la meva discreta insistència, continua
resistint-se a assaltar la pista de ball. -No porto calçat apropiat-. Diu, i
acaba la qüestió amb elegància. Així que seguim asseguts, tot xerrant
alegrement, mentre els dansaires continuen amb el seu ball.
Al
cap d’una estona, Rigo li diu alguna cosa als músics. Quan acaben la cançó que
estaven tocant, la cantant es dirigeix al públic:
-Ora
una domanda molto speciale, un tango: La Cumparsita.
Rigo
s’acosta a una senyora asseguda entre dues amigues. Li estén la mà i la porta
al centre de la pista,
I
de sobte, la màgia. La resta de ballarins abandona aviat la pista i la deixen
sencera per a Rigo i la seva parella.
Vuitanta
anys té Rigo, ella potser setanta. I tanmateix, conquereixen la pista a cops de
passos elegants i sensuals, amb una energia insospitada.
Jo,
tot apuntant cap als ballarins amb admiració no continguda, miro a Nàdia:
–Rigo
è incredible quando balla. È la sua vita.
Y els
ballarins beuen la vida en cada nota de La Cumparsita.