sábado, 1 de junio de 2019

IL BALLO


Il Ballo

Questo scritto vuol essere un modesto esempio di gratitudine verso le persone gentili che ho avuto la fortuna di trovare durante il breve soggiorno ad Andes e a Mantova, patria di Virgilio: vorrei citare esplicitamente Nadia, la proprietaria del B&B dove ho alloggiato, che appare in questo scritto e altre persone di Mantova che non appaiono: Raffy e Giuliano delle crociere fluviali AndiNaves, e il professore Rodolfo Signorini, presidente dell’accademia Virgiliana di Mantova. Ci sono altre persone delle quali non ricordo il nome: camerieri, conservatori di musei, negozianti...
Tutti quegli che hanno reso le mie vacanze a Mantova, ricche, dolci e indimenticabili.
Per deferenza verso di loro ho deciso di mettere il testo prima in italiano e poi in catalano. La traduzione catalano-italiana è merito della mia compagna Bel Sabadí.
Ai Mantovani e a Bel, grazie mille, e che Virgilio vi accompagni.

Le vacanze virgiliane di questo caldo mese di luglio ad Andes-Pietole stanno per finire. Dopo una settimana istruttiva e intensa, la patria del poeta mi  riserva ancora qualche piacevole sorpresa.
Questo fine settimana è la festa estiva di Pietole. Nadia la proprietaria del B&B in cui soggiorno, ad Andes, mi ha menzionato che di notte c'è un menu popolare con risotto mantovano e orchestra da ballo.
Lei, molto modesta, pensa che non sia una festa così bella come quelle di altri paesi vicini, ma dopo tutto, è la festa del suo paese. Non me la perderei per nulla al mondo.
      All'ora di cena mi portò in paese. Il campo da calcio dietro la chiesa è il luogo scelto per le celebrazioni.  Sei o sette tavoli allungati su cavalletti e sedie pieghevoli in legno occupano quasi tutto lo stadio. All'ingresso c'è un gommone dove si svolge un torneo di calcio sull'acqua ghiacciata.
È divertente vedere come i giocatori perdono l’equilibrio continuamente, anche se alcuni riescono a sfidare le leggi della fisica e giocare la palla in modo sicuro.
Scorgo Nadia tra la gente e mi avvicino per salutarla.
-     Finalmente ti sei deciso – sorride.
Ricambio il sorriso e lei mi presenta la sua famiglia: la mamma, i fratelli, i cognati, i nipoti... Mi invitano a sedermi con loro, ringrazio e accetto la proposta.
      Sono arrivato un po'in ritardo, perché quasi tutti hanno finito di mangiare o stanno per farlo. Mi spiegano come fare. Avrei dovuto portare il mio piatto e le mie posate, ma agli stand del risotto hanno pietà di me e mi lasciano gli utensili essenziali. Prendo un buon piatto, abbondante ed economico e lo accompagno con un bicchiere di vino, anch’esso generoso. Tutte le persone sono super amichevoli.
Col mio piatto e un sorriso smagliante, pensando alla festa che mi attende, mi accomodo a tavola con Nadia e la sua famiglia. Parliamo un po'di tutto. Sono impressionato dalla madre di Nadia. Una donna nonagenaria di grande vitalità. Scopro che visse in prima persona, quando era molto giovane, la Seconda Guerra Mondiale e che fu costretta a lavorare per i tedeschi. Mai prima d'ora sono stato così vicino ad un testimone di quella barbarie, ma stiamo festeggiando e quello di cui si parla è di calcio. Mi chiedono del campionato spagnolo, di Cristiano Ronaldo, Messi… A mia volta chiedo degli azzurri, della Juve… I bicchieri di vino finiscono e ne chiediamo altri.
In seguito arrivail momento del gintonic e di ballare.
Un'orchestra inizia a suonare e le persone portano con sé la stessa sedia pieghevole che avevano usato per la cena, si sistemano attorno alla piccola pista da ballo allestita per l'occasione. La musica suonata dall'orchestra è molto "festosa", di festa maggiore in Lombardia, ovviamente. I pezzi che suonano di più mi sono sconosciuti ma hanno un ritmo che mi è familiare. Nadia mi racconta che sono polske, molto simili al valzer.
Sei o sette coppie hanno immediatamente occupato la pista da ballo e ballano "abbracciati", cosa che ormai non è più di moda nelle mie terre dell’Empordà. Constato che l'età media è tra i quaranta e cinquanta anni, con l'eccezione di alcune coppie più giovani. Gli adolescenti non partecipano. Forse sono andati ad ascoltare la loro musica in qualche angolo delle strade adiacenti.
I ballerini prendono la cosa molto sul serio. Adottano una posizione molto accademica, eseguendo accuratamente i passi. Direi che un giorno alla settimana vanno a lezione di ballo e ora sfoggiano la loro arte, anche seil loro modo di ballare, così simile, mi fa pensare che devono avere lo stesso insegnante. Tra polska e polska, suona qualche canzone italiana moderna, che io sfortunatamente, non conosco. In un momento in cui la pista era rimasta senza coppie, i cantanti dando il massimo, cantarono il successo dell'estate: "Despacito". La pista si è riempita.
Un amico della famiglia di Nadia è venuto a salutare. Ci presentano. Si chiama Rigo e ha più di ottanta anni. Chiede a Nadia di ballare con lui, ma lei dice di essere stanca. Quando si allontana, chiedo a Nadia se non le piace ballare. Lei risponde che non balla da tempo. La mamma di Nadia, che non perde dettagli, mi suggerisce di portarla a ballare -Nadia, non lei-. Accetto la proposta, ma Nadia, nonostante la mia discreta insistenza, non si lascia tentare dalla pista da ballo -Non indosso scarpe adatte-. Le basta dire e risolve il problema con eleganza. Quindi ci sediamo a chiacchierare allegramente mentre i ballerini continuano.
Dopo poco Rigo dice qualcosa ai musicisti. Quando finiscono di cantare la canzone successiva, il cantante si rivolge al pubblico. Ora, una richiesta molto speciale, un tango: La Cumparsita.
Rigo si avvicina a una signora seduta tra due amiche. Stende la mano e la conduce al centro della pista, e all'improvviso, magia. Il resto dei ballerini vanno via immediatamente della pista e la lasciano a Rigo e la sua compagna.
Rigo ha ottanta anni, lei forse settanta. E tuttavia si mangiano la pista con passi eleganti e sensuali, con un'energia insospettata. Indicando i ballerini con ammirazione incontrollata, guardo Nadia:
 -Rigo è incredibile quando balla. È la sua vita-.
E i ballerini si bevono la vita su ogni nota della Cumparsita.

El Ball

Aquest escrit vol ser una humil mostra de gratitud envers les persones tan amables que vaig tenir la sort de trobar en el meu camí durant la breu estança en Andes i Manta, pàtria de Virgili: vull citar explícitament Nàdia, la propietària del B&B on vaig sojornar a Andes, que apareix en aquest escrit, i altres persones de Màntua que no hi apareixen aquí:  Raffy i Giuliano dels creuers fluvials AndiNaves, i el professor Rodolfo Signorini, president de l’Acadèmia Virgiliana a Màntua. Hi ha altres persones que em deixo al tinter, el nom de les quals no recordo: cambrers, conservadors de museus, botiguers... Tots ells van fer que les meves vacances a Màntua fossin riques, dolces i inoblidables.
Com a deferència cap a ells he decidit de posar primer el text en italià i després en català. La traducció català-italià és mèrit de la meva companya Bel Sabadí. Als mantuans i a Bel, gràcies de tot cor, i que Virgili us acompanyi.

Les vacances virgilianes d’aquest calorós mes de juliol a Andes-Piètole i Màntua estan arribant a la seva fi. Després d’una setmana enriquidora i intensa, la pàtria del poeta encara em reserva alguna agradable sorpresa.
Aquest cap de setmana són les festes d’estiu de Piètole. Nàdia, la propietària del B&B on sojorno a Andes, m’ha comentat que a la nit fan un sopar popular a base de risotto mantovano i ball amb orquestra. Ella, molt modesta, opina que no és una gran festa com  a d’altres poblacions veïnes més grans, però que, al cap i  la fi, són les festes del seu poble. No me les perdria per res del món.
A l’hora de sopar m’arribo fins al poble. El camp de futbol que hi ha darrera l’església és el lloc escollit per a la festa. Sis o set taules disposades sobre cavallets i les cadires plegables  de fusta ocupen gairebé tot l’estadi. A l’entrada del recinte hi ha un inflable on es disputa un torneig de futbito sobre aigua glaçada. És molt divertit veure com els jugadors perden l’equilibri una i altra vegada, tot i que alguns d’ells aconsegueixen desafiar les lleis de la física i tocar la pilota amb seguretat.
Veig Nàdia entre la gent i m’acosto per saludar-la.
-Finalemente ti ai deciso -Somriu.
Li torno el somriure i ella em presenta la seva família: la mamma, germans, cunyats, néts... em conviden a seure amb ells i jo els hi agraeixo i n’accepto la proposta.
He arribat una mica tarda, perquè gairebé tothom ha acabat de sopar o són a punt de fer-ho. M’expliquen com funciona el tema. Jo hauria d’haver portat el meu plat i coberts, però en els xiringuitos del risotto es compadeixen de mi i em presten els utensilis indispensables. En prenc un bon plat, abundós i barat i l’acompanyo amb un got de vi, també generós. Tota la gent és molt amable.
Amb el meu plat i un gran somriure, tot pensant en el tiberi que m’espera, torno a la  taula amb Nàdia i la seva família. Parlem una mica de tot. M’impressiona la mare de Nàdia, una dóna nonagenària d’una gran vitalitat. Descobreixo que, quan era molt jove, es va veure obligada a treballar pels alemanys. Jo mai abans havia estat tan a prop de ningú que hagués estat testimoni d’aquella barbàrie. Però avui estem de festa i del que més parlem és de futbol. Em pregunten per Messi, per Cristiano.. Jo els corresponc preguntant pels azzurri, per la Juve... Les copes de vi es buiden i en demanem més.
Arriba l’hora del gin-tònic i del ball.
Una orquestra posa la música en directe i la gent, tot prenent les mateixes cadires plegables que havien fet servir per sopar, s’instal·len al voltant de la petita pista de ball muntada per a l’ocasió. La música que toca l’orquestra és mol de “festa major”, de festa major a la Lombardia, és clar. Les peces que més sonen em són desconegudes però tenen un ritme que m’és familiar, Nàdia em diu que són polkes, molt semblants al vals.
Sis o set parelles han ocupat de seguida l’espai i ballen “agafats”, cosa que ja no s’estila per les meves terres empordaneses. Calculo la mitjana d’edat entre els 40 i 50 anys, amb l’excepció d’alguna parella més jove. Els adolescents no fan acte de presència. Segurament han anat a escoltar la seva música en algun racó dels carreres adjacents. Els ballarins s’ho prenen molt seriosament. Adopten un postura molt acadèmica, tot marcant molt els passos. Diria que reben classes de dansa algun dia entre setmana, i ara mostren les seves bones arts, tot i que, per la forma de ballar, tan semblant entre ells, em fa pensar que han de tenir el mateix professor...
Entre polka i polka sona alguna cançó moderna italiana que jo, per desgràcia, desconec. En un moment en què la pista s’havia anat quedant sense parelles dansaires, els cantants treuen les seves millor armes i canten l’èxit de l’estiu: Despacito. La pista es torna a omplir.
Un amic de la família de Nàdia fa una estona que ha vingut a saludar, Me’l presenten. Es diu Rigo i té més de vuitanta anys. Li demana un ball a Nàdia, però ella diu estar cansada. Quan ell s’allunya li pregunto Nàdia si no li agrada ballar; em respon que fa molt que no ho fa. La mamma de Nàdia, que no perd cap detall, em suggereix que la porti a ballar –a la Nàdia, no a ella-. Accepto la proposta, però Nàdia, malgrat la meva discreta insistència, continua resistint-se a assaltar la pista de ball. -No porto calçat apropiat-. Diu, i acaba la qüestió amb elegància. Així que seguim asseguts, tot xerrant alegrement, mentre els dansaires continuen amb el seu ball.
Al cap d’una estona, Rigo li diu alguna cosa als músics. Quan acaben la cançó que estaven tocant, la cantant es dirigeix al públic:
-Ora una domanda molto speciale, un tango: La Cumparsita.
Rigo s’acosta a una senyora asseguda entre dues amigues. Li estén la mà i la porta al centre de la pista,
I de sobte, la màgia. La resta de ballarins abandona aviat la pista i la deixen sencera per a Rigo i la seva parella.
Vuitanta anys té Rigo, ella potser setanta. I tanmateix, conquereixen la pista a cops de passos elegants i sensuals, amb una energia insospitada.
Jo, tot apuntant cap als ballarins amb admiració no continguda, miro a Nàdia:
–Rigo è incredible quando balla. È la sua vita.
Y els ballarins beuen la vida en cada nota de La Cumparsita.

Nota: Aquesta nota ha pres forma a Figueres, dos anys després dels fets que s'hi relaten. Ja que no  conssrvo cap foto del ball, he posat una posta de sol al Bar La Zanzara, sobre il Laco Superiore, a Màntua. Si voleu escoltar la Cumparsita, podeu punxar en auqest enllaç: https://www.youtube.com/watch?v=6yoLXINtBwE&list=RD6yoLXINtBwE&start_radio=1

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